Considerazioni di Settembre

nel piovoso mese di agosto appena trascorso, ho effettuato un paio di gite su cui vale la pena fare qualche riflessione.

In una giornata data di bel tempo decidiamo si salire al Pordoi in funivia e poi proseguire per il rifugio Boè, salire il Piz Boè, chiudere l’anello e tornare alla stazione a monte della funivia.

Il tempo in realtà è coperto, ma decidiamo di salire comunque, la stazione a monte è piena di gente, la terrazza sembra galleggiare in un bicchiere di orzata, ma non ostante le pessime condizioni c’è una fila di persone che con la visibilità di circa 10 metri si incammina verso il rifugio.

Seguiamo tutto l’itinerario, sempre preceduti e seguiti da svariati e numerosi gruppi di persone fino a raggiungere il rifugio Boè, immerso nelle nubi, stracolmo di gente, molti accampati fuori.

Il meteo non cambia, ci pensiamo prima di salire sul Piz, poi incontriamo un escursionista che sostiene che dalla cima del Piz le nubi si aprono e si vede il panorama.

Pur non credendo appieno alle sue parole saliamo e poco dopo ci troviamo in una situazione piuttosto ridicola, cartelli che indicano la via di salita e quella di discesa, ed un fiume di persone che scende dal Piz su un tratto di sentiero a volte anche ghiacciato, molti sono in pantaloncini corti e scarpe da tennis.

Si accende anche una discussione riguardo il fatto che noi volevamo salire da dove tutti scendevano, una donna, a quasi 3000 metri di quota mi fa una sorta di ramanzina su come si va in montagna, bisogna seguire i cartelli! Mi dice, indossando delle impeccabili scarpe da tennis accompagnate da una braghetta di tela. Ormai siamo nel parossismo.

Lasciamo scendere il serpentone e saliamo.

La cima del Boè, e il rifugio capanna Fassa sono pieni, ormai ci siamo abituati, procediamo e scendiamo dal lato opposto.

Stesso fiume di persone, molti bambini stravolti trascinati da genitori incauti e altri escursionisti improvvisati.

Ritorniamo alla stazione del Pordoi, con la strana sensazione di essere in una via di Milano….

 

Pochi giorni dopo decidiamo di chiudere in bellezza con una lunghissima ma facilissima passeggiata, da Moena a Canazei lungo la mulattiera a lato del fiume che attraversa boschi, prati parchi giochi e paesi.

E su questo gradevole, facile, rilassante itinerario, non c’è nessuno!!! Pochissima gente e che ad una prima occhiata sembrano anche molto più preparati di quelli incontrati sul Boè.

 

Ma cosa sta succedendo? Aveva ragione Reinhold Messner 20 anni fa quando sosteneva che il proliferare di funivie e impianti di risalita avrebbero snaturato il turismo in montagna?

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Commenti: 1
  • #1

    Pat (mercoledì, 03 settembre 2014 12:33)

    Il montanaro mi sembra un po' conservatore ;) dev'essere il troppo amore :)