Leggere un bollettino valanghe

esempio di un bollettino
esempio di un bollettino

“Il Servizio Meteomont del Corpo forestale dello Stato, in qualità di servizio statale di previsione ed informazione su neve e valanghe svolto in collaborazione con il Comando Truppe Alpine e il Servizio Meteorologico dell’Aereonautica Militare, invita tutti gli utenti della montagne innevate al di fuori delle piste battute, gli addetti ai lavori e ai servizi dedicati alla sicurezza in montagna a consultare i bollettini di pericolo valanghe attraverso una corretta ed attenta lettura e interpretazione delle informazioni, fornite attraverso l’utilizzo di termini e scale di pericolo che sono in linea con gli standard europei ed internazionali.

Alcuni consigli per una corretta lettura ed interpretazione dei bollettini sono dunque necessari, al fine di evitare la divulgazione di informazioni scorrette e pericolose da parte di fonti non competenti e non istituzionali che generano confusione e pericolo per gli utenti delle vette innevate.


1) I bollettini indicano gradi di pericolo valanghe e condizioni del manto nevoso su scala regionale, sulla base di dati prodotti giornalmente da reti di monitoraggio fisse ed itineranti distribuite (base informativa),  quindi rappresentano la situazione sintetica e generale di vaste aree montane e non forniscono una valutazione di tipo locale (singole montagne o pendii).


2) Le valanghe sono un fenomeno estremamente localizzato (a livello di singolo pendio) ed estremamente variabile nel tempo (a distanza di poche ore) e nello spazio (a distanza di pochi metri), pertanto, si rende necessaria una valutazione costante e continua di tipo locale, di ogni singolo pendio che si impegna, lungo tutto l’itinerario scelto, ed una capacità e conoscenza nivologica e del territorio sufficienti per poter effettuare tale valutazione.


3) Per la valutazione del rischio su scala locale (singolo pendio) è necessario che l’utente effettui una corretta analisi, che si deve avvalere sia del fondamentale supporto del Bollettino meteonivologico regionale sia di una disamina delle condizioni presenti sul posto eventualmente ricorrendo anche alle indicazioni di personale con capacità di analisi e di valutazione.


4) Secondo la scala europea di pericolo valanghe non esistono gradi di pericolo che escludono del tutto la probabilità di distacchi di masse nevose o che escludono del tutto la possibilità di effettuare uscite (vedere in dettaglio la definizione di ogni grado di pericolo).


5) Tutti i gradi di pericolo valanghe prevedono fenomeni valanghivi, seppure di dimensioni limitate, come anche la possibilità di uscite, se pur “fortemente limitate” o “generalmente non possibili”, pertanto presupposto fondamentale per la sicurezza è il possesso di conoscenze specifiche e del territorio, la capacità di valutazione del pericolo locale su ogni singolo pendio che si impegna, capacità di interpretare le informazioni fornite dai bollettini il giorno precedente l’uscita e le informazioni acquisite sul posto il giorno stesso dell’uscita, immediatamente prima e durante l’uscita, a supporto del processo valutativo e decisionale in relazione alla scelta dell’itinerario.


6) La scala di pericolo non è lineare per cui il pericolo di grado 3, pur trovandosi al centro della scala, non rappresenta un grado di pericolo medio ma una situazione già “marcatamente” critica. L’aumento del grado di pericolo è in relazione alla probabilità che i fenomeni si verifichino, alla diffusione, al numero e alla dimensione dei fenomeni, alla tipologia e al tipo di sovraccarico previsto per l’innesco del distacco provocato. Pertanto si ribadisce che tutti i gradi di pericolo richiedono attenzione e capacità di scegliere l’itinerario sicuro, capacità sempre più elevate con l’aumentare dello stesso grado. In altre parole, gradi bassi di pericolo non significano sicurezza completa come i gradi più alti non indicano impossibilità “generica” di uscire. A pendii privi di neve si possono alternare pendii con diversi ed elevati gradi di pericolo.


7)  Secondo le statistiche degli incidenti da valanga si calcolano travolti e vittime anche per gradi di pericolo bassi (30% con grado MODERATO) e la maggior parte degli incidenti (90%), compresi quelli con vittime, si hanno con i gradi 2 e 3 della scala di pericolo valanghe europea.


8 ) Il fatto che si verifichino una o due valanghe con travolti per distacco provocato non significa che il grado di pericolo è FORTE o MOLTO FORTE ma può anche essere DEBOLE e MODERATO, in quanto localizzato in pendii ben precisi e localizzati, non diffusi, ad esempio su pendii ripidi sottovento esposti ad ovest ben localizzati sopra i 2.000 metri.


9) Il grado di pericolo marcato o superiore presuppone il verificarsi di numerose e diffuse valanghe spontanee di medie dimensioni e in alcuni casi anche di grandi dimensioni, ossia più lunghe di 1.000 – 2.000 metri, nonostante ciò non si verifichi spesso questo non significa che non si possano verificare alcune valanghe provocate dal passaggio di uno o più sciatori di piccole (sotto i 100 mt) o medie dimensioni (sotto i 1.000 metri di lunghezza) previste con il grado, rispettivamente, DEBOLE (grado 1) e MODERATO (grado 2).


10) Diffondere la notizia che con i gradi bassi di pericolo si può andare tranquilli e con i gradi alti non si può in nessun modo o luogo uscire è fuorviante, eccessivamente semplicistico e superficiale per la sicurezza in montagna perché non si tiene conto di quanto sopra esposto e si mette a repentaglio chi va in montagna.


11) Per una corretta lettura ed interpretazione dei bollettini, del significato dei termini usati e della scala di pericolo impiegata si rimanda agli standard europei dell’ European Avalanche Warning Services (EAWS) consultabili sul sito www.avalanches.org.”