Tita Piaz, il Diavolo delle Dolomiti

Tita Piaz
Tita Piaz

Il 13 ottbre del 1879, nasce a Pera di Fassa, Giovanni Battista Piaz. Figlio di una famiglia di umili orgini, il padre Giovanni si procura denaro commerciando qualche cavallo e soprattutto superando il Giogo di Fassa per consegnare merci in Val Gardena, mentre la madre, vera e propria ambulante vagabondava, scendendo per Val d’Ega fino a Bolzano per concludere una vendita quel tanto di piccole cose che stanno racchiuse in un fazzoletto.

Per tutta la sua giovinezza, Piaz vede emergere intorno a sé personalità intrepide che con le loro imprese fanno compiere enormi passi in avanti all’alpinismo dolomitico.

Avviato a Bolzano agli studi magistrali, che per sua volontà abbandonò poco prima di terminarli. Nell'estate 1898, non ancora ventenne, entrò nella storia dell'alpinismo con la salita solitaria della Torre Winkler sul Catinaccio.

Si sta ultimando in quei giorni la costruzione de Rifugio Vaiolet e dalla cima Tita urla ai suoi compaesani: “Portatemi una birra!”, affermando una superiorità che esprimerà ad ogni livello, compresi quelli politici ed amministrativi, alle quali responsabilità non si sottrarrà mai.

La fama di tale impresa varcò i confini nazionali e molte testate giornalistiche estere scrissero di lui. Lo stesso Luigi Rizzi Feràt, allora il più famoso scalatore della valle, scese a Pera per vedere di persona chi fosse quel giovanissimo scalatore.

La grande impresa che porrà l’alpinismo fassano non solo all’altezza dei livelli già raggiunti, ma all’avanguardia, centrale nel movimento alpinistica, è il colpo d’ala, compiuto nell’estate del 1900 dal ventenne Tita che sale in solitaria la fessura Nord-Est della Punta Emma. Preuss e Dulfer, vollero ripeterla due volte ciascuno, tanto ne erano entusiasti.

Nel 1903 Tita sposò Marietta Rizzi, figlia del gestore del rifugio Vajolet. Durante l'estate del 1907 aprì sul passo Pordoi una casa per turisti (Touristenheim) e la diede in gestione, almeno all'inizio, a una famiglia di meranesi. Con l'apertura della casa per turisti, l'interesse per le pareti del Gruppo del Sella, e soprattutto per il Sass Pordoi iniziava ad aumentare.

Piaz ha aperto una cinquantina di vie nuove, tra cui ben 32 sulle montagne di Fassa, sedici sulle Dolomiti orientali e due nel Kaisergebirge. All’inizio della sua attività alpinistica, nel 1899, sale otto cime in sette ore con due nuove; partendo dalla Est del Catinaccio, termina sulla Torre Delago ed espone le sue sbrindellate scarpette nella sala del rifugio Vaiolet forse pensando ad un futuro museo alpinistico. Il concatenamento che anticipa di gran lunga i tempi e gli alpinisti attuali, quantomeno nella concezione, avviene nel giorno in cui sale il Campanile Basso al mattino e la Winkler al pomeriggio con un trasferimento rapido in motocicletta.

Questa estrosità di Piaz la si ritrova nella traversata aerea dal CampanileTrier al Campanile Paola il 31 luglio 1906e in particolare quella precedente dal Campanile Misurina alla Guglia De Amicis il 17 luglio 1906. In queste due imprese ci sono azioni irrepetibili e straordinarie, gesti unici e bloccati a quel solo momento in cui vengono fatti e che mai saranno più uguali fra loro, come quando dalla Guglia De Amicis, Tita e Ugo De Amicis lasciano cadere “giù a piombo due pagnotte e una scatola di sardine” al portatore che grida che ha fame, o come quando sulla cengia del Campanile di Val Montanara “svolgono la corda che è ancora arrotolata come si trovava sotto le ragnatele della bottega” di Domegge, prima di lanciarla nel vuoto (pesa 6 Kg) per compiere la discesa più lunga di corda delle Alpi. Anche qui un movimento deciso, solo loro, ritagliato in un tempo e in un luogo che non potrà mai rivivere nello stesso modo e che fa parte ormai della leggenda Piaz. Tita compie la scalata più difficile delle Alpi al Campanile Toro nel 1906, la scalata più percorsa e celebrata alla Ovest del Totenkichl nel 1908, l’arrampicata più pericolosa allo Spigolo Nord-Ovest dello Schenon nel 1926.

Svolse spesso l'attività di guida alpina, accompagnando anche personaggi illustri, tra gli altri, nei primi anni del Novecento, il Re Alberto I del Belgio.

Tita Piaz fu il principale promotore della costruzione, nel 1933, del Rifugio Re Alberto, posto a quota 2.621 m alla base delle Torri del Vajolet.

È noto anche per aver inventato la tecnica della "discesa in corda doppia", invenzione contesa con Hans Dulfer. Oggi questa tecnica, passata in disuso grazie all'avvento degli imbraghi e dei moderni discensori, è nota semplicemente come "metodo Piaz", "metodo Dulfer" o "Dulfer-Piaz".

Fu sindaco di Pera di Fassa nell'immediato dopoguerra. Il 10 settembre 1947, salì per l'ultima volta la torre Winkler, la più amata tra le torri del Vajolet nel gruppo del Catinaccio: erano trascorsi cinquant'anni da quel lontano 1897 quando, non ancora ventenne, aveva raggiunto la vetta per la prima volta.

Morì il 6 agosto 1948 nel suo paese natale per una banale caduta in bicicletta.