Geo Chavez, il condor solitario

Geo Chavez
Geo Chavez

Jorge Antonio Chávez Dartnell, più conoscito come Geo Chávez, naque a Parigi nel 1887 (un anno prima della conquista del cervino…)

Figlio di una ricca famiglia peruviana fuggita dal Sudamerica a causa della guerra con il Cile, Geo potè accedere agli studi fino a laurearsi in ingegneria nel 1909.

La sua passione era da sempre il volo e nei primi anni del 900 l’aereonautica era quanto di più tecnicamente pionieristico ci fosse in circolazione.

L’anno seguente alla sua laurea ottenne il brevetto di pilota presso la scuola di aviazione creata da Henri e Maurice Farman, effettuando il suo primo volo il 5 febbraio 1910.

Nell'estate dello stesso anno il Touring Club Italiano, guidato all'epoca da Arturo Mercanti, con la collaborazione del Corriere della Sera e da aristocratici e imprenditori lombardi, propose una sfida internazionale per compiere il sorvolo delle Alpi da parte di una macchina "più pesante dell'aria" Il "Gran Premio della Traversata delle Alpi" prevedeva che i partecipanti percorressero la rotta partendo da Briga, sorvolando Sempione, Domodossola, Stresa, Varese arrivando infine a Milano-Taliedo, entro 24 ore dal decollo. Il premio in palio era di 100.000 lire da spartire tra i primi tre classificati Chávez fu il primo che si iscrisse per compiere l'impresa.

illustrazione dell'epoca
illustrazione dell'epoca

L’aviatore peruviano prese molto sul serio la sfida tanto che si presentò all’appuntamento dopo aver fatto registrare sue importantissimi record.

Il 3 agosto 1910, a Blackpool, in Inghilterra, Chávez superò il record mondiale di altitudine raggiungendo la quota di 1643 m s.l.m. e Il 6 settembre 1910, due settimane prima della sua trasvolata alpina, stabili a Issy, vicino a Parigi, un nuovo primato mondiale in altezza volando fino alla quota di 2652 m s.l.m. Essendo il culmine del Passo del Sempione situato a 2005 m s.l.m., il sorvolo pareva alla portata dei limiti tecnici teorici del suo velivolo che era lo stesso tipo di aereo con cui Louis Blériot aveva compiuto la traversata della Manica il 25 luglio 1909. Partendo da Briga, si trattava di superare una differenza d'altezza di 1325 metri.

Un primo tentativo di sorvolo, avvenuto il 19 settembre 1910, fallì a causa delle cattive condizioni atmosferiche trovate in quota. Chávez raccontò che, dopo un'ascensione relativamente tranquilla fino a circa 2200 m s.l.m., aveva incontrato forti turbolenze che avevano scosso violentemente il suo aereo: solo a fatica era riuscito a tenere la sua macchina sotto controllo e rientrare, infreddolito e stremato, a Briga. Con quel primo tentativo egli comprese che un fattore importante per l'attraversamento delle Alpi era dato delle condizioni atmosferiche che si sarebbero incontrate tra le montagne.

Il monumento di Domodossola
Il monumento di Domodossola

Il 23 settembre le condizioni atmosferiche sembravano adatte per l'impresa. Nonostante ciò, durante il volo egli trovò, secondo alcuni testimoni, delle forti correnti vorticose sopra i ghiacciai del Fletschhorn e sopra le rocce del Pizzo d'Albiona, ma riuscì comunque a passare il Sempione.

Aveva con sé solo un barometro, una bussola e un tachimetro, ed era seguito da una colonna d'auto con meccanici, guide alpine, medici, e l'inviato del Corriere Luigi Barzini.

Mentre si apprestava a scendere a Domodossola il suo aereo, probabilmente troppo provato dalle turbolenze incontrate sul versante svizzero, subì un cedimento strutturale a soli venti metri dal suolo.

Chavez fu ricoverato all’ospedale di Domodossola in condizioni serie ma non critiche, non ostante questo morì dopo 4 giorni di ricovero, probabilmente a causa di emoraggie interne non riscontrate.

Anche se si concluse con un incidente, l’impresa fece un enorme scalpore e diede un impulso importantissimo alla neonata industria aereonautica, spingendo anche moltissimi giovani a intraprendere la carriera di piloti. Perfino Giovanni Pascoli gli dedicò uno scritto.

A 106 anni da quell’incidente la memoria si è dissolta e dopo le grandi emozioni di quel settembre del 1910 resta solo un monumento a Domodossola dedicato a Geo, un coraggioso condor solitario che aveva una visione, collegare i paesi passando per il cielo.