La dorsale del triangolo lariano

La dorsale del triangolo lariano è un trekking classico delle prealpi lombarde, la quota relativamente bassa e la semplicità dei sentieri lo rendono percorribile per tutti i 12 mesi dell’anno a patto che non si stia attraversando un inverno eccezionalmente nevoso e rigido.

La dorsale segue un percorso vicino alle creste molto naturale nella sua prima parte un po meno nella seconda, la partenza è da Brunate (co) raggiungibile facilmente a bordo della panoramica funicolare che parte nei pressi del centro di Como e l’arrivo è a Bellagio, pittoresco paesino sulla punta di terra che separa i due rami del lago comasco e che è l’apice dell’area chiamata Triangolo Lariano, che ha in Lecco e Como i suoi due altri vertici.

Il trekking è tecnicamente molto facile, molti lo percorrono in due giorni, io qui propongo invece la versione con due pernottamenti in rifugio perché ritengo la seconda tappa piuttosto lunga da farsi in una sola giornata.

I panorami sono molto molto affascinanti. Specialmente nei pressi del monte Palanzone e del monte San. Primo, ed anche la discesa verso Bellagio è molto suggestiva. L’unico pecca negativa è l’annosa questione della segnaletica escursionistica nelle prealpi lombarde che è davvero pietosa! Per aiutarvi consultate il file traccia gps disponibili di seguito.


dislivello complessivo: 1621 mdd

distanza complessiva: 33,7 km

elevazione min, med ,max: 211, 1022, 1417 mslm

periodo consigliato: estate/inverno

numero tappe: 3

punti d'appoggio:



tappa 1

le creste dle monte Boletto
le creste dle monte Boletto

da Brunate al rifugio Riella

dislivello: 980 mdd

lunghezza 11.9 km


Da como si sale in funicolare fino a Brunate, oltre la piazza si segue il segnavia “DORSALE TRIANGOLO LARIANO” si sale lungo la strada acciottolata che ripidamente taglia i tornanti della carrozzabile che porta al faro voltiano, giunti alla piazza da cui parte la scalinata verso il faro si procede verso est sulla VIA DELLE COLME che in breve conduce alla capanna CAO, si prosegue e si passa oltre la baita Carla, la strada continua ben segnata e sale leggermente fino alla baita Bondella inizia ora un tratto ripido che ci porta ad abbandonare la strada larga per il sentiero, giunti a quota 1150 mslm circa, teniamo la sinistra evitando di salire sulla cima del monte Boletto. Si prosegue fino alla Bocchetta di Molina (1110 mslm) evitando di scendere alla baita San Pietro. Poco oltre il sentiero si divide tra la Dorsale per le Creste e i Sentiero dei Faggi, entrambi conducono alla Bocchetta di Lemma, la via delle creste è più panoramica ma un po più faticosa per via dei saliscendi, il sentiero dei Faggi è in ombra, all’interno di un bel bosco e più pianeggiante. Dalla Bocchetta di Lemma si segue verso Nord evitando il sentiero che si stacca sulla sinistra e scende verso Lemma, consiglio di evitare la salita al pizzo dell’Asino e di andare a destra al bivio per restare pianeggianti, in entrambi i casi si arriva alla Bocchetta di Palanzo, molto famosa per incrociare 5 sentieri diversi e non avere una cartello segnavia, il rifugio Riella è ormai molto vicino prendete il sentiero che sale e che poco più avanti devia a sinistra conducendovi facilmente al Rifugio.


tappa 2

segnavia alla Bocchetta di Caglio
segnavia alla Bocchetta di Caglio

Dal rifugio Riella al rifugio Martina

dislivello: 605 mdd

lunghezza: 13 km

 

Dal rifugio Riella si riprende il cammino verso la bocchetta di Nesso, dove si gira a destra e si prosegue in un panorama molto suggestivo fino alla Bocchetta di Caglio si oltrepassa il monte Croce e piegando a destra si inizia una ripida discesa verso la Colma di Caglio (1128 mslm), si aggira, o si risale facilmente il monte Falò e si arriva alla Colma di Sormano, per riprendere la mulattiera bisogna spostarsi sotto la terrazza del ristorante, scendere di poco sull’asfaltata e poi staccarsi sulla sinistra risalendo la mulattiera che ci conduce ad un altro interessante punto panoramico, la Colma del Bosco, da qui si sale come per raggiungere la cima del Monte San Primo che si erge alla nostra sinistra, si segue la mulattiera verso l’alpe Spessola da dove inizia la risalita un po più faticosa verso l’alpe di Terrabiotta, da qui si scende ripidamente per una traccia poco visibile specie con l’erba alta verso la località San Primo, su cui ci si riallaccia ad una strada asfaltata che deve essere risalita per circa 2 km per giungere al rifugio Martina


tappa 3

panorama dal monte Nuvolone
panorama dal monte Nuvolone

dal rifugio Martina a Bellagio

dislivello: 62 mdd (senza salire il monte nuvolone)

lunghezza: 9 km


Dal rifugio martina si ripercorre in senso inverso la strada fatta il giorno prima, a questo punto abbiamo due possibilità, possiamo prendere il sentiero che parte dal primo tornate che incontriamo e proseguire verso il monte Nuvolone, risalirlo godendoci il meraviglioso panorama sul lago e poi ridiscenderlo dal versante opposto, piegare a destra in direzione della località Brogno e ricongiungerci al percorso originale, oppure scendere ancora sull’asfaltata, girare a sinistra al secondo bivio (come indicato dalla traccia che ho pubblicato) seguire il sentiero verso la località Paum, poi per Rovenza e infine verso Brogno incrociando il sentiero che scende dal monte Nuvolone, da qui si segue la comoda mulattiera che lentamente scende verso San Giovanni, una frazione di Bellagio.


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Dorsale del trinagolo Lariano
la traccia gps in formato google earth
Dorsale triangolo lariano.rar
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