Val d'Ayas

la valle che si tinge di rosa

La Val d’Ayas è una delle prime valli laterali che si incontrano entrando in valle d’Aosta, dall’abitato di Verres sale fino a saint Jaques, l’ultima frazione di Champoluc.

Fino  alla metà dell’800 circa, la valle era nota come Val Challant o Val de Challant-Ayas, il nome cambiò con il diffondersi dell’alpinismo, gli scalatori erano infatti soliti ritrovarsi in località Ayas, in alta valle, la loro presenza fu così importante che finì con il cambiare il nome alla vallata.

La valle pur essendo ormai fortemente antropizzata riesce ancora a mantenere un fascino autentico specialmente nelle sue piccole frazioni nella parte alta da Brusson in poi.

La cultura dei Walser ha lasciato la sua impronta rintracciabile nelle architetture delle abitazioni più vecchie, i cosiddetti “rascard”, le case in legno sollevate dal basamento in pietra tramite alcune colonnette simili a funghi.

Altra particolarità è la presenza del Ru Courtod, un canale artificiale costruito in epoca medievale (circa 1400) per portare l’acqua dalla ricca val d’Ayas alla ben più arida vallata di Saint Vincent. Non ostante la sua veneranda età il Ru è tuttora funzionante e costituisce un ottima escursione lungo il fianco destro della valle.

Come dicevamo prima l’alpinismo ha giocato un ruolo molto importante qui, dalla frazione di Saint Jaques partono diverse vie di salita al Monte Rosa e ad altre cime oltre i 4000 metri come il Breithorn, la Roccia nera, il Castore e il Polluce. Gli alpinisti sono stati di fatto i primi turisti, quelli che hanno fissato le premesse per lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Negli anni, lo sci e l’escursionismo si sono affiancati alle scalate portando sempre nuova linfa nella valle.

Oggi viene praticata un politica piuttosto efficace per mantenere un afflusso tollerabile di persone sui sentieri, gli impianti di risalita sciistica del versante destro (lo stesso del ru) vengono tenuti chiusi nel periodo estivo, favorendo quindi un minore afflusso di persone sui sentieri.

Oggi tutta la valle ha sviluppato un senso di accoglienza turistica di buon livello, anche se in qualche angolo restano ristoratori ancora un po’ ruvidi nei modi di fare ma che in fondo rappresentano l’anima più autentica di una terra circondata da cime severe.


Come raggiungere la valle:

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