La Maledizione del Colle del Dome di Gouter

Il Monte Bianco visto dal Dome di Gouter
Il Monte Bianco visto dal Dome di Gouter

Il Dôme du Goûter con i suoi 4.306 metri, è una delle cime più alte del gruppo Bionnassay-Goûter, nel massiccio del Monte Bianco lungo la linea di confine tra l'Italia e la Francia.

Sul Colle che separa il Monte Bianco dal Dôme du Goûter a pochi metri l'uno dall'altro si verificarono due incidenti aerei, il primo nel 1950, il secondo nel 1966, entrambi i voli erano della Air India Airlines ed entambi erano partiti da Bombay.

inoltre in entrambi i casi si trattava di voli che inauguravano nuove linee di collegamento dall'india verso l'occidente.

Anche i motivi dei due incidenti sono identici, tutti e due i piloti inizarono la discesa convinti di avere già superato il Monte Bianco.


L'incidente del 1950

Il volo Air India 245 era un collegamento civile internazionale denominato Malabar Princess proveniente da Bombay e diretto a Londra.

e di cui si persero le tracce il 3 novembre 1950 mentre sorvolava il versante francese del Monte Bianco.

Il relitto del velivolo fu trovato due giorni dopo, schiantato contro un picco roccioso durante l'avvicinamento all'aeroporto di Ginevra mentre percorreva la seconda tratta del volo Bombay-Il Cairo-Ginevra-Londra. Tutte le 48 persone a bordo rimanesero uccise nell'incidente aereo.

L'aereo era stato avvistato per l'ultima volta poco dopo le 10,30 nei cieli di Grenoble mentre l'ultima comunicazione radio del marconista con la torre di controllo di Ginevra era stata effettuata qualche minuto prima quando il veivolo, a 25 chilometri a nord-ovest di Grenoble, sorvolava Voiron all'altitudine di più di 5 000 m; poco dopo il Malabar Princess si schiantò a un'altezza di 4 677 m s.l.m. contro il Rocher de la Tournette, una spalla rocciosa del versante francese del Monte Bianco che si affaccia sul colle del Dome di Gouter.

Le condizioni meteo nel momento dell'incidente e nei giorni successivi erano fortemente sfavorevoli.

I soccorsi furono allertati a tre ore dall'ultima comunicazione radio ma, una forte nevicata che stava imperversando sulle montagne, impedì la partenza delle squadre di soccorso. Solo la domenica successiva, con il miglioramento delle condizioni meteo, un Dakota della Swissair riuscì a individuare la carlinga del Malabar Princess con le ali staccate, sul versante italiano del massiccio, poco sotto all'Aiguille du Goûter, a circa 400 metri dal Rifugio Vallot. Il lunedì mattina fu effettuata una nuova ricognizione aerea che individuò il resto del relitto, scivolato per più di mille metri sul versante francese dell'Aiguille du Goûter.

Il 6 novembre, nel tentativo di portare soccorso a eventuali quanto improbabili superstiti, la guida alpina di Chamonix René Payot, di quarant'anni, cadde in un crepaccio e venne sommerso da sei metri di neve, il corpo fu recuperato tre ore dopo e l'uomo divenne così la quarantasettesima vittime della tragedia. L'8 novembre, finalmente, cinque guide alpine riuscirono, con una ascesa ardita in mezzo alla bufera e al vento che a malapena permetteva loro di camminare, a raggiungere i resti del velivolo: riferirono che, secondo loro, l'aereo avrebbe urtato la roccia per poi esplodere dato che i corpi trovati a bordo risultavano irriconoscibili, in parte carbonizzati e «tutti sfracellati e a pezzi». Le stesse cinque guide furono in grado di recuperare e riportare a valle 60 chili di posta ritrovati nel relitto del Malabar Princess.

A causa delle difficoltà di operare con grandi mezzi meccanici a quelle quote e in quelle condizioni, il relitto non venne mai rimosso.

Negli anni successivi, la montagna ha restituito resti umani, oggetti e parti del velivolo.

In particolare nel 1978 scivolarono a valle delle lettere trasportate dal Malabar Princess che furono recapitate ventotto anni dopo il disastro.

Nel 1986 l'alpinista Christian Mollier ritrovò una ruota dei carrelli.

Ma il ritrovamento più importante fu nel settembre del 2013, quando venne ritrovata una cassetta con Smerladi, zaffiri e rubini.

Attualmente non è ancora stabilito se la cassetta appartenesse al carico del Malabar o dell'aereo dell'incidente del 1966. Nessun documento che potesse spiegare la presenza di quel prezioso carico e la sua appartenenza è stato ritrovato.


L'incidente del 1966

Il volo Air India 101 era un volo di linea della Air India che il 24 gennaio 1966 si schiantò sul versante francese del Monte Bianco. L'aereo, un Boeing 707-437 denominato Kanchenjunga, stava compiendo il terzo tratto del volo Bombay-Delhi-Beirut-Ginevra-New York quando si è schiantato durante l'avvicinamento all'aeroporto di Ginevra. Tutte le 117 persone a bordo sono decedute nell'incidente.

Dopo il decollo da Bombay, l'aereo aveva già effettuato scalo a Delhi ed a Beiruth e si apprestava ad atterrare a Ginevra. Il controllore di volo comunicò ai piloti che potevano cominciare la discesa verso l'aeroporto subito dopo aver passato il Monte Bianco, pensando di averlo già oltrepassato, i piloti cominciarono a scendere di quota ma si schiantarono contro il Ghiacciaio dei Bossons, all'altitudine di 4750 metri.

Fra i passeggeri periti nell'incidente vi era il Presidente della Commissione Indiana per l'energia atomica Homi Jehangir Bhabha, un famoso fisico fra i maggiori rappresentati degli studi sulla fisica nucleare e sull'energia atomica in India.