Il sentiero Roma è forse la più classica ed affascinante delle escursioni sulle Alpi centrali, un'esperienza che non si dimentica e che diventa, per chi la vive, non solo un motivo di orgoglio, ma anche una lezione che insegna pazienza, capacità di guardare, scoprire e gustare dimensioni sottratte al tempo.
ll sentiero è un'alta via che si svolge lungo la testata della val Masino, sul versante italiano dei monti della Val Bregaglia, nelle Alpi Retiche occidentali.
Il sentiero fu tracciato dalle guide della val Masino a partire dal 1928, su richiesta della sezione di Milano del CAI, proprietaria dei rifugi della zona. Inizialmente furono realizzati i tratti Gianetti-Allievi e Allievi-Ponti. In seguito il sentiero fu prolungato per collegare i rifugi Omio e Brasca.
Il nome celebrativo rispecchia il clima degli anni in cui il sentiero fu ideato.
L'itinerario si svolge tutto al cospetto di grandi montagne di granito, tra cui il Badile, il Cengalo e la cima di Castello, e termina ai piedi del Disgrazia. L'intero tracciato, molto spettacolare e frequentato, viene normalmente suddiviso in tre o più giorni, secondo le varianti scelte, con pernottamento nei rifugi. Per la maggior parte il percorso si mantiene intorno ai 2500 metri di quota. Prima di prendere in considerazione di intraprendere questa bella avventura, però, vanno fatte alcune avvertenze generali. Il sentiero non richiede una specifica preparazione alpinistica, ma non deve essere sottovalutato. In particolare, nella sua sezione centrale, costituita dalla terza e quarta giornata (traversate Gianetti-Allievi e Allievi-Ponti), oppure già dalla prima, se si sceglie la variante breve del Sentiero Risari (Omio-Gianetti), propone diversi passaggi attrezzati, nella salita e discesa dai passi che scavalcano costiere impervie, per cui è necessario munirsi di cordino e moschettone per assicurarsi alle corde fisse. Non è affatto prudente affrontarlo da soli, o in condizioni di allenamento non adeguate. È del tutto sconsigliabile, poi, affrontarlo con neve o nelle giornate di tempo brutto (in molti tratti non c’è un vero e proprio sentiero, ma si debbono attraversare grandi pietraie fra le quali, in condizioni di tempo buono, i numerosi segnavia dettano chiaramente il percorso, ma altrettanto facilmente ci si può perdere, se la visibilità si riduce, cosa che accade assai rapidamente quando il tempo si guasta).
La copertura della rete cellulare è piuttosto scarsa e in tutta la parte centrale del trekking i telefonini prendono pochissimo e male.
Il periodo migliore è quello compreso fra agosto e settembre (anche luglio è un ottimo mese, se d’inverno non è nevicato troppo). Per il resto dell’anno la neve può costituire un’insidia di non poco conto.
dislivello complessivo: 5.437 mdd
distanza complessiva: 54,26 km
periodo consigliato: Luglio - Agosto - Settembre
numero tappe: 5
Livello di difficoltà: EEA
Punti d'appoggio:
Rifugio Bresciadega
Rifugio Brasca
Rifugio Gianetti
Bivacco Molteni Valsecchi
Rifugio Allievi Bonacossa
Bivacco Kima
Rifugio Ponti
Rifugio Bosio
Da Novate Mezzola al Rif. Brasca
Dislivello: 1470 mdd
Distanza: 10.4 Km
La prima tappa del sentiero Roma parte da Novate Mezzola, poco distante dall'omonino lago, ad una quota poco superiore ai 300 m. Una volta giunti a Novate il parcheggio di partenza del sentiero è raggiungibile seguendo le indicazioni per Val Codera.
La parte iniziale del sentiero sale in maniera decisa all'interno del bosco lungo un bel sentiero in molti tratti "a gradoni". Il bosco, la pendenza e la quota relativamente bassa sono complici nel rendere il tragitto molto accaldante. Si consiglia quindi di evitare i momenti più caldi della giornata e di partire alle prime ore del mattino. Raggiunta la località Avedeè il sentiero diventa più dolce e porta in breve tempo alla località di Codera, principale centro della valle.
Si prosegue lungo il fondo valle senza particolari difficoltà, passando a fianco a piccoli centri, fino a giungere al rifugio Brasca.
Dal Rif Brasca al Rifugio Gianetti
Dislivello: 1471 mdd
Distanza: 6.53 Km
Dal rifugio Brasca, seguendo le indicazioni per il passo del Barbacan, si imbocca il sentiero che poco dietro il rifugio subito si addentra nel bosco.
Il sentiero è molto ripido e sale in uno stretto zig-zag, l'accentuata pendenza permette, con fatica, di guadagnare dislivello in breve tempo. Fuoriusciti dal bosco, intorno a quota 2000 m occorre deviare verso sinistra spostandosi sul versante opposto della valle ove si trova il gruppo di case dell'Alpe Averta. Si riprende quindi a salire, ed il tracciato assume le caratteristiche nel tipico sentiero d'alta quota (occhio agli ometti), puntando la bocchetta che sta a sinistra del Barbacan (alla destra si trova il più impervio passo dell'Oro).
Scollinato a quota 2600 m si si è passati dalla Val Codera alla Valmasino e si inizia la discesa seguendo le indicazioni per il rifugio Gianetti. Dopo essersi raccordati con il sentiero proveniente dal rifugio Omio si prosegue verso NE per più di un'ora lungo un percorso lineare, seguendo i sali scendi lungo un sentiero che spesso attraversa grossi massi e placche rocciose come è tipico in Valmasino, fino a raggiungere il rifugio Gianetti
Dal Rif. Gianetti al Rif. Allievi
Dislivello: 834 mdd
Distanza: 9.73 Km
La terza tappa parte dal rifugio Gianetti, al cospetto degli splendidi Pizzo Badile e Cengalo, attraversando la Val Porcellizzo verso est.
Terminato il tratto pianeggiante il sentiero sale in maniera decisa verso il Passo del Camerozzo, la presenza di corde e catene caratterizza l'ultimo tratto della salita. La discesa sul lato opposto ( nella Val del Ferro ) è il tratto più tecnico di tutto il sentiero Roma, sono presenti catene fisse lungo tutta la discesa. Dapprima seguendo un canalino e poi svoltando verso sinistra il sentiero taglia in diagonale una parete verticale che rende il sentiero molto esposto. E' raccomandato l'utilizzo di attrezzatura da ferrata e la verifica delle condizioni del tracciato prima di percorrerlo, in particolare riguardo la presenza di neve.
Il sentiero prosegue con leggeri sali scendi attraverso la Val del Ferro, al centro della quale si incontra il bivacco Molteni Valsecchi ( posizionato un centinaio di metri più in basso rispetto al sentiero ).
Si affronta poi il passo Qualido che porta nell'omonima valle con un dislivello decisamente meno impegnativo rispetto al Camerozzo. Attraversata la Val Qualido si supera il passo dell'Averta senza particolare fatica. Prima di raggiunge il rifugio Allievi occorre scendere e risalire la gola, che porta al fondo valle della Val di Zocca, separando il passo dal rifugio. In alcuni tratti sono presenti delle corde.
Dal Rifugio Allievi al Rif. Ponti
Dislivello: 1212 mdd
Distanza: 10.4 Km
La tappa inizia dal rifugio Allievi seguendo la direzione SE e con un modesto dislivello porta al passo del Torrone. Oltre il passo si scende lungo un ripido e stretto canale con l'ausilio di catene. Arrivati in fondo al canale si imbocca il sentiero erboso che scende ancora più in basso di un centinaio di metri (di dislivello) prima di iniziare la risalita.
La salita si accentua man mano che si sale e riprende dopo poco il percorso roccioso, in corrispodenza del bivacco Manzi che si incontra a metà salita.
Oltre il bivacco inizia il nevaio, una volta superato quest'ultimo si imbocca il canale finale che porta al passo del Cameraccio, sempre con l'ausilio di catene. Occorre fare molta attenzione durante la salita, specialmente se la roccia è bagnata.
Il sentiero scende sul lato della Val Cameraccio in maniera più dolce e centrale, seguite sempre i segni rossi sulle rocce. Il percorso prosegue su tratti caratterizzati dalla presenza di grandi massi e senza grandi dislivelli porta al bivacco Kima, un bivacco in muratura molto ospitale posizionato al centro della Val Cameraccio. Si prosegue verso la Bocchetta Roma, l'ultimo passo della giornata, dapprima scendendo in un avvallamento e poi risalendo sul lato opposto, fino a quando il sentiero si ferma ai piedi di una parete rocciosa che deve essere risalita per raggiungere la bocchetta. Tenete conto che anche se di grado non elevato, quest'ultimo tratto è di arrampicata e non di trekking. E' quindi necessaria la giusta attenzione e preparazione. Sono comunque presenti catene lungo tutta la risalita.
La Bocchetta Roma è la meta che permette di arrivare nella Valle di Predarossa, al cospetto del Monte Disgrazia, per poi scendere in maniera graduale, lungo un percorso che passa sui sassi, verso il rifugio Ponti.
Dal Rif. Ponti a Chiesa in Val Malenco
Dislivello: 461 mdd
Distanza: 17.2 Km
Quest'ultima tappa, porta dalla Valmasino alla Valmalenco.
Partiti dal rifugio Ponti, ci si dirige verso la morena del ghiacciao e la si oltrepassa seguendo le indicazioni per rifugio Desio. Occorre guadare il torrente seguendo il percorso del sentiero oppure spostandosi in un punto migliore nel caso ci sia molta acqua.
D'ora in avanti il sentiero continua sempre su roccia e grossi massi, aumentando man mano la pendenza. Salendo sul sentiero compare lo sfasciume che rende faticoso il passo. Appena oltrepassato il passo di Cornarossa si incontra il decadente ex rifugio Desio. Si è quindi lasciata la Valmasino e ci si trova in Valmalenco.
La discesa sul lato opposto nella Val Torreggio ( laterale della Valmalenco ) si percorre seguendo le indicazioni per il rifugio Bosio. Le rocce rosse che vi circondano rendono l'idea di quale sia l'origine del nome del passo. Nel primo tratto sono presenti delle catene di ausilio alla discesa. Il percorso inizialmente caratterizzato da grandi massi diventa più semplice man mano che si scende, fino a giungere alla piana della vallata, a 2000 metri, ove si trova il rifugio Bosio.
Esistono varie vie che scendono dal rifugio, verso Chiesa Valmalenco oppure verso Torre Santa Maria. Per raggiungere Chiesa Valmalenco si percorre la via che piega in direzione NE e che rimane interamente sul versante nord della valle. Il sentiero scende molto dolce fino a Primolo, oppure direttamente a Chiesa Valmalenco nel caso si imbocchi la discesa che passa per l'Alpe Lago.
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